Rete Scuolemigranti: l’incontro con l’ARCI di Rieti
„I corsi d’italiano per gli stranieri non vengono finanziati e le associazioni non li attivano”, una dolorosa realtà disegnata da Valeria Patacchiola dell’ARCI di Rieti nell’incontro con Paola Piva, la nuova coordinatrice di Rete Scuolemigranti,
che è andata a conoscere la situazione delle associazioni della Rete
che si impegnano nell’insegnamento dell’italiano agli immigrati fuori
Roma. Scopo del meeting è conoscere il territorio, espandere la Rete
nella regione, coinvolgere le associazioni di volontariato, presentare
le attività di Scuolemigranti in provincia e soprattutto conoscere come e
dove si svolgono i corsi d’italiano per gli stranieri nel Lazio per
poterli promuovere tramite la rete.
„C’è una grande domanda di corsi d’italiano e una carenza di risposta da parte degli insegnanti
sia dal settore pubblico sia da quello privato perché le risorse sono
scarse. Vengono tante persone all’Arci per chiedere dei corsi perché non
ne trovano altri attivi nella città”, racconta Valeria. Durante
la riunione, nella stanza accanto si sente in diretta la lezione
d’italiano agli stranieri di diverse nazionalità che hanno saputo del
corso tramite passaparola: alcuni parlano solo la lingua
d’origine, altri l’inglese, ma tutti sono desiderosi d’imparare la
lingua d’adozione per potersi integrare. Sono giovani e hanno un futuro
avanti, sicuri di fermarsi in Italia, anche se alcuni dei loro amici
hanno raggiunto i paesi del nord Europa. „Noi per fortuna
abbiamo la rete di insegnanti volontari che negli anni abbiamo formato
con i corsi di metodologia L2 e riusciamo ad attivare corsi a
prescindere dai finanziamenti. Servono per dare il supporto
scolastico anche ai minori presenti sul territorio quando vengono
inseriti in scuola, molti di seconda generazione o arrivati con genitori
da piccoli”.
„È mancata invece l’integrazione socio culturale degli stranieri, perché non ci sono le aggregazioni,
le iniziative, oltre quelle sporadiche dell’Arci”, spiega Valeria e fa
un quadro della città. Rieti è una città sonnolenta, a livello economico
è moribonda, il nucleo industriale nato negli anni 60 con la Cassa del
Mezzogiorno, finiti i finanziamenti e visti i pochi collegamenti, è in
dismissione: le aziende hanno chiuso e adesso ci sono tantissime persone
in casa integrazione. Le attività commerciali stanno chiudendo, come il
bar storico in piazza. La migrazione costante negli anni ha aiutato gli stranieri a integrarsi nel territorio con la casa e il lavoro,
difficilmente vanno al bar a prendere un aperitivo e socializzare. I
principali paesi di provenienza sono la Romania e l’Albania, c’è una
forte comunità ucraina che ha creato un’associazione, e i marocchini che
provengono da due o tre città del Marocco. Tutti sono distribuiti bene
nei distretti, alcuni si sono specializzati per quartieri: per esempio
nella provincia di Rieti ai confini con la provincia de l’Aquila ci sono
molti macedoni tagliaboschi, specializzati nella lavorazione del legno.
Le rumene e le moldave sono ugualmente inserite nelle famiglie facendo
un lavoro di cura. Molti migranti che vengono si rendono conto che a
Rieti non ci sono molti sbocchi lavorativi, ma nonostante ciò non hanno
mai dati problemi.
Valeria elenca le tecniche che utilizzano per insegnare: interattive, di animazione,
le lezioni in power point utilizzando immagini, video. Si divertono con
giochi di ruolo e uscite ad accompagnare i corsisti al bar, al
supermercato. L’Arci organizza corsi d’italiano da dieci anni e nel
percorso della formazione ha approfondito vari forme d’insegnamento agli
stranieri. I corsi a pagamento per gli insegnanti L2 – un investimento
fatto per quattro anni di seguito – hanno permesso di avere un certo
numero di professori formati e di diffondere la cultura
dell’insegnamento. Per poter garantire un numero costante di
partecipanti ai corsi, che vanno da gennaio a giugno e riprendono dopo
la pausa estiva, le iscrizioni rimangono sempre aperte. „Durante l’anno,
per incentivare l’efficacia, abbiamo deciso di affiancare
all’insegnante un tutor d’aula che punta sui ragazzi che hanno bisogno
di tirocinio: per i casi complessi c’è sempre un punto di riferimento
all’interno della classe”.
„A Rieti si fa poca rete su tutto, non c’è una grande collaborazione tra i rappresentanti CTP e le associazioni,
nessuna di loro ci ha chiesto di fare esami agli studenti”, dice la
professoressa Luigia Nardone del CTP 36. Al momento, si svolgono due
corsi d’italiano agli stranieri, uno di 100 ore e l’altro di 80 ore, un
progetto finanziato dalla comunità europea. „E’ stata una grandissima fatica trovare persone con permesso di soggiorno, come richiedeva il progetto”.
Luigia Nardone racconta dei corsi di educazione civica che partiranno
d’accordo con la prefettura e di quello che si fanno di mattina in
carcere. Sempre dall’anno prossimo partiranno, nell’ambito dell’
istituto dei percorsi di riqualificazione per le persone che non
possiedono il diploma: corsi di primo e di secondo livello. Al CTP si
tengono anche corsi per ottenere il diploma di terza media e gli
studenti sono tutti stranieri. „I lavoratori potranno fare corsi di
pomeriggio, in più sono previsti corsi formativi individuali in cui le
persone dichiarano di avere delle conoscenze e noi faremo gli esami per
riconoscerle rilasciando dei certificati di competenza”.
L’insegnante della Caritas, Francesca Dinelli, racconta le modalità d’insegnamento dell’italiano ai rifugiati,
mentre Paola Piva presenta i moduli e le possibilità di fare dei
protocolli d’intesa tra la Rete Scuolemigranti e le associazioni, il CTP
e Caritas e spiega come possano interagire e collaborare tra di loro
per aiutare gli stranieri richiedenti permesso di soggiorno a ottenere
il certificato A2.E’ stato messo in evidenza l’esempio degli insegnanti
volontari di Piuculture, che insegnano l’italiano in 12 scuole romane.
La proposta di Paola è di incontrare di persona i rappresentanti delle
associazioni per capire esigenze e difficoltà e vedere come la Rete
Scuolemigranti potrebbe aiutare ed intervenire in provincia. A breve, il blog della rete si trasformerà in un sito, www.scuolemigranti.org, qui si troveranno tutti i corsi d’italiano attivi e l’intento è costruire una mappa per il Lazio. L’iniziativa della rete è aggiornare il sito con tutte le attività delle associazioni che fanno parte di Scuolemigranti
e se gli insegnanti hanno delle riflessioni pedagogiche, buone prassi,
da raccontare potranno farlo sul sito. Il dialogo e la collaborazione
dovrebbero essere sempre aperti.
Raisa Ambros
(19 febbraio 2014)
(19 febbraio 2014)
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